La villa Campani a Roncolla
La costruzione è un riadattamento del palazzo guarnacciano
Sulla strada regionale 68, a qualche chilometro da Volterra, verso San Gimignano, sorge il caratteristico e delizioso borgo di Roncolla. Derivando forse il nome da un antico Runeum, il borgo mostra ancora l’antica struttura del piccolo nucleo murato, disposto da ovest a est, sulla cui estremità occidentale si innalza la settecentesca villa Campani, ora della famiglia Inghirami.
Nel borgo murato spiccano, per architettura e struttura, la villa e la chiesa. La villa, che è stata naturale scenografia dello sceneggiato televisivo “Ritratto di donna velata”, presenta una elaborata facciata in cotto e giardino con statue, ricchi portali e una cancellata signorile che chiude anche il borgo. Appartenuta nel Settecento a Mario Guarnacci, la villa passò ai Sermolli e poi, agli inizi dell’Ottocento, a Luigi Campani che la ristrutturò “in stile eclettico”, come la definì lo stesso ingegnere Campani.
La costruzione, riadattamento del palazzo guarnacciano, risale al 1822 quando l’ing. Campani, che già aveva progettato il Teatro Persio FIacco, decise di unirsi in matrimonio con Barbara, ultima discendente della casata Riccobaldi Del Bava Arrighi. Nella facciata sono infatti riprodotti gli stemmi delle due famiglie
Passata, nel 1822, di proprietà a Luigi Campani, la Fattoria nel 1940 ingloba un patrimonio di 460 ettari e 15 poderi. L’ultima Campani, la signora Dina Campani, andata sposa a Ciro Inghirami, lascia villa e azienda a Lodovico Inghirami e i suoi eredi.
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