Il borgo di Saline di Volterra
la frazione più importante del comune di Volterra
Saline di Volterra, la frazione più importante del comune di Volterra, deve il suo nome ai cospicui depositi di salgemma racchiusi nel suo sottosuolo. Ma non solo. Anche la sua storia, nel corso dei secoli, ha sempre avuto a che fare con l’estrazione del sale.
Questa ricchezza sotterranea è sfruttata con continuità fino dalla seconda metà del X secolo. Ne sono indizio le lotte che in età medievale opponevano il Comune di Volterra e il Vescovo per aggiudicarsi i diritti doganali. E’ documentato che nel 1100 è stato il primo centro del commercio del sale della Toscana. Quando Volterra venne conquistata dai fiorentini (1472) le notevoli risorse naturali del territorio vennero indirizzate lungo la strada Volterra-Valdelsa-Firenze, la cosiddetta “Via del sale”, uno degli assi commerciali più importanti del Granducato.
Nella seconda metà del ‘700 fu deciso per volontà granducale lo sfruttamento industriale dei giacimenti di sale, cosa che diede origine all’abitato di Saline. Di questo glorioso passato resta lo stabilimento per la produzione del sale.
Passati davanti all’austero edificio del piazzale delle Saline di Stato, dove spiccano il palazzo dell’Orologio fatto costruire dal granduca Pietro Leopoldo nel 1790 e le due torri aggiunte alla metà dell’800, si prosegue per una strada sterrata e si arriva nella zona delle moie vecchie. Con questo nome ci si riferisce ad una zona in cui sgorgano numerose polle naturali di acqua salata (moie dal latino muria) dalle quali si estraeva il sale facendo evaporare la salamoia in apposite caldaie. Per farle funzionare sono state utilizzate tonnellate di legna provenienti dalla foresta di Berignone-Tatti.
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Adesso si ricorre invece al metodo della dissoluzione: si pompa acqua dolce nel sottosuolo che scioglie le lenti di salgemma producendo una salamoia che viene recuperata in superficie e sottoposta a processi di depurazione, evaporazione e centrifugazione fino ad ottenere il sale puro.
I depositi di salgemma o cloruro di sodio, che rappresentano la ricchezza di Saline, si sono formati circa sei milioni di anni fa, quando lentamente è evaporata l’acqua salmastra che allora sommergeva l’intera zona. Il sale si trova sotto forma di grosse lenti (lunghe anche oltre un chilometro, estese in larghezza per 300/400 metri e spesse anche 15/30 metri) che si distribuiscono tra 100 e 300 metri di profondità. Trovandosi nel sottosuolo il sale è incontaminato. Non per nulla la sua purezza gli fece guadagnare la nomea di “bianco sale di Volterra” già nel medioevo. Tutt’oggi il sale raggiunge una purezza pari al 99,9%.
Il resto del paese è un centro semplice ed ordinato che si è sviluppato intorno alla SR.68 che lo attraversa.
A Saline è presenta anche la stazione ferroviaria che è il capolinea della Cecina-Saline, da dove parte il bus per Volterra. La prima volta che il treno vi arrivò fu nel 1863; poi nel 1912 fu costruita una ferrovia a cremagliera che arrivava fino a Volterra, che fu poi disattivata nel 1958. Tuttora se ne può percorrere il tracciato fino a Volterra (a piedi o in bicicletta), tra dolci colline e con lo skyline di Volterra sempre di fronte.
Il secondo fine settimana di ottobre si festeggia il Santo Patrono, la Madonna del conforto, e si organizza la fiera del paese, durante la quale si svolge anche la Festa della patata in salamoia.
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