LA SASSA

   

La Sassa

abitata fin dall’epoca etrusca

Arroccato sulla propaggine settentrionale del Poggio al Pruno – il rilievo più alto della zona che sovrasta tutta la piana costiera da Follonica a Rosignano -, il castello di Sassa si erge a privilegiato punto panoramico sull’intera val di Sterza e su buona parte della media val di Cecina. Sassa regala al visitatore un incanto fatto di quiete, storia e tradizione ancora vividi nel volto e nei ricordi dei suoi pochi abitanti.

Sassa è citata come insediamento non fortificato per la prima volta in un documento del 1128 ma già dal 1171 figura nella documentazione scritta pervenuta come castrum, castello, ovvero centro abitato dotato di fortificazioni.
L’area della val di Sterza dove si trova Sassa risulta, tuttavia, abitata fin da epoca etrusca, VIII secolo a. C., e continuativamente occupata per l’età romana, alto e basso medievale, fino ai giorni nostri con alcuni momenti di abbandono più o meno prolungati verificatisi nel V secolo a. C. e tra il IV secolo d. C. e la seconda metà dell’anno Mille. Dai primi decenni del XII secolo sorsero nella zona numerosi castelli: un gruppo di costruzioni, tra cui spiccavano per architettura la residenza del Signore e la chiesa castellana, circondate da una cinta muraria assai poderosa. In val di Sterza sono tre quelli tutt’oggi abitati: Querceto, citato come castello nel 1118; la Sassa, corte nel 1128 e castello nel 1171; Canneto, citato come corte nel 1128 e come castello nel 1171.

I castelli del nostro territorio, in particolare quelli di Sassa e Querceto, hanno mantenuto intatti solamente alcuni degli edifici medievali, mentre è stato conservato il reticolo di vie strette e tortuose, spesso concentriche.

LA TORRE MEDICEA

Il paese di Sassa, al quale si giunge prendendo il bivio lungo la S.P. 18 “dei Quattro Comuni”, si sviluppa intorno alla torre medicea, che sorge su uno sperone di roccia affiorante assai elevato.
La costruzione presenta una base a pianta leggermente rettangolare, con muro a scarpa che giunge fino alla soglia dell’imponente apertura di ingresso. La struttura edilizia utilizzata per la sua edificazione rimanda chiaramente alle tecniche costruttive in voga a partire dalla seconda metà del Quattrocento, introdotte in seguito all’invenzione delle bombarde e della polvere da sparo; il muro obliquo favoriva l’allontanamento delle palle dei cannoni scagliate contro i bersagli.
Il torrione, che fino alla metà del Settecento fu utilizzato per fini militari e difensivi, era circa 8 metri più alto di oggi. Ciò gli conferiva una visuale a lunghissimo raggio, permettendo di giungere con lo sguardo ad oriente oltre la prima fascia collinare che separa Sassa dalla zona oltre Saline di Volterra e ad occidente fino alla val di Fine.
La struttura ha subito negli ultimi anni alcuni interventi di restauro consolidativo e ricostruttivo, soprattutto nella parte alta, ed oggi è abitata dai proprietari.

L'ORATORIO DEL REDENTORE

Proseguendo la passeggiata nel borgo, proprio in prossimità della torre, si incontra l’Oratorio del Santissimo Redentore. Il piccolo edificio religioso fu edificato per volontà di Lorenzo Regoli nel corso del Settecento ed utilizzato come cappella di famiglia. L’edificio sorse, probabilmente, per ospitare una statua in pietra dipinta con applicazioni in stucco, raffigurante Cristo redentore.
Di profonda espressività, con un corpo che non sembra mostrare perfette proporzioni, la statua è databile al Seicento. Intorno alla nicchia che ospita la statua recentemente è stato rinvenuto un apparato decorativo volto a imitare gli altari marmorei di età neoclassica. Colonne tortili, trabeazione, frontone ed elementi vegetali rendono la cappella una testimonianza di arte di periferia, che acquisisce tecniche e stili ornamentali riadattandoli alle proprie possibilità economiche.

LA PIEVE DI SAN MARTINO

Una visita attenta merita certamente la Pieve di San Martino Vescovo. La chiesa, originariamente intitolata a San Nicola, fu elevata a Pieve il 21 ottobre del 1361. Di impianto medievale l’edificio ha subito pesanti trasformazioni nel corso dei secoli a causa di crolli e ampliamenti che le hanno conferito l’aspetto attuale. L’impianto originario era di piccole dimensioni, con orientamento canonico: abside a oriente e ingresso a occidente. L’intervento più consistente è databile alla metà del XIX secolo, quando fu costruito un nuovo corpo di fabbrica, edificato nell’antico cimitero, a ridosso della parete sud dell’antica chiesa, che ne stravolse completamente l’orientamento.
L’abside e l’altare maggiore, insieme al presbiterio, vennero infatti ubicati in questo nuovo ambiente, conferendo l’insolito orientamento con altare a sud e ingresso a nord. Il campanile invece fu eretto nel 1788, come riporta una lapide murata subito sotto la cella campanaria nella parete sud. La chiesa è sempre stata priva di elementi architettonici ed artistici di rilievo. Gli altari che nel corso del Seicento erano stati eretti lungo le pareti sono stati abbattuti nell’Ottocento. A questo periodo risale l’altare dedicato alla Madonna del SS. Rosario, già attestato agli inizi del Seicento, e l’imponente ingresso che giunge fin quasi al tetto della facciata nord. Degno di nota è il fonte battesimale in marmo rosso di Castagneto Carducci (XV – XVII sec.), caratterizzato da una colonna lavorata con semplici motivi decorativi e da una vasca pentagonale.
In estate in paese ritornano anche gli “antichi” abitanti e i loro figli e nipoti, che vengono a godere del fresco offerto dal colle, e Sassa si anima di spettacoli e sagre che, in agosto, permetto di gustare i piatti locali a base soprattutto di cacciagione.

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