CHIESA DI SAN FRANCESCO A VOLTERRA

   

I luoghi di Francesco

La chiesa, già convento francescano, esprime la spiritualità del XIII secolo

L’antica chiesa, mirabile esempio della tradizionale e semplice architettura adottata dagli Ordini Mendicanti, fu costruita a pochi anni dalla predicazione del Santo di Assisi, ai margini dell’antico abitato medievale.
L’interno, ad un’unica navata, colpisce per la sobrietà delle forme, così come tipico dell’Ordine Francescano che, anche attraverso l’architettura, ha espresso il messaggio del proprio fondatore.

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Si tratta della principale chiesa francescana del territorio volterrano. La Chiesa di San Francesco fu anche la prima chiesa ad essere costruita dopo la predicazione del santo assisiate, nel corso del XIII secolo in conseguenza del gran numero di persone attratte dalla vita condotta dai frati.

È una grande chiesa a navata unica che termina con tre cappelle corali; intorno ad essa si concentravano gli edifici che formavano il convento francescano, cresciuto di grandezza nel corso dei secoli, oggi ridotti ad abitazioni civili.

La chiesa di San Francesco segue lo schema architettonico tipico delle chiese francescane, rivolto alla semplicità, e anche la posizione, ai margini dell’abitato medievale è tipica di questo genere di strutture.

Nei primi anni del trecento vi fu costruita una cappella in stile gotico, chiamata Cappella della Croce, che fu decorata nel 1410 da Cenni di ser Cenni da Firenze con il ciclo di affreschi più grande e meglio conservato della città.

In una stanza attigua alla chiesa si trova un gruppo di quattro figure, quasi al naturale, in terracotta smaltata a colori del volterrano Zaccaria Zacchi.

LA CAPPELLA DELLA CROCE DI GIORNO

La cappella della Croce di Giorno è adiacente alla chiesa di San Francesco, con la quale è collegata tramite una porta laterale: solitamente questa è la via (tramite la chiesa) per accedere alla visita della cappella, che pure avrebbe anche un suo ingresso indipendente sulla piazza Inghirami.

La cappella fin dal 1786 è di proprietà della famiglia dei conti Guidi.
Costruita da Mone de’ Tedecinghi nel 1315, consta di due campate a pianta quadrata di cui quella contenente l’altare si conclude con terminazione poligonale, le coperture sono a volte a sesto acuto costolonate.
Sull’altare, dove fino al 1788 si trovava la Deposizione dalla croce di Rosso Fiorentino, oggi vediamo una pala con una Crocifissione del pittore sangimignanese Vincenzo Tamagni.
Tutte le pareti della cappella sono affrescate.

L’intera decorazione, con i suoi riferimenti all’infanzia di Cristo, alla vita della Madonna e alla Croce, ben si colloca all’interno della religiosità di una confraternita di flagellanti come la Compagnia della Croce di Giorno. Fu completata da Cenni di Francesco nel 1410, ad esclusione degli evangelisti nella volta della prima campata, realizzati da Jacopo da Firenze.

L’intradosso dell’arco tra le due campate è decorato da dieci campi con busti di Santi e Profeti, ordinati in coppie affini a partire dal centro.
Nella volta a ombrello della seconda campata le tre vele minori non rappresentano figurazioni, mentre nell’altra campeggiano rispettivamente San Ludovico da Tolosa, San Francesco e sant’Antonio da Padova.

Le Storie della Croce, consistono in otto riquadri che rappresentano nell’ordine:
1 – Morte di Adamo
2 – Adorazione del legno della Croce
3 – Fabbricazione della Croce
4 – Rinvenimento della Croce
5 – Adorazione della Croce
6 – Fuga di Cosroe
7 – Adorazione di Cosroe, Sogno di Eraclio, Battaglia di Eraclio
8 – Trionfo della Croce, Decapitazione di Cosroe

Le rimanenti pareti rappresentano storie di Cristo e della Madonna:
1 – Annuncio della Morte della Vergine
2 – Dormitio Virginis
3 – Sepolcro della Madonna
4 – Natività di Cristo
5 – Presentazione al Tempio
6 – Fuga in Egitto
7 – Strage degli Innocenti

Gli affreschi della Cappella sono opera di grande impegno, assai curata nell’esecuzione; la vivace policromia, tutta giocata su tinte chiare e luminose, più volte sottolineata dalla critica, era una volta ravvivata da una profusione di inserti di foglie d’oro e soprattutto d’argenti, ora alterate e mal apprezzabili per gli inscurimenti.

Chi vorrà conoscere una rappresentazione veritiera e insieme fantastica, minuziosamente testimoniale e intensamente evocativa del Medioevo toscano, non troverà un testo figurativo più efficace e suggestivo di questo.

Angoli nascosti: Porta San Francesco

I colori del Medioevo, gli antichi affreschi affiorano e stupiscono

Quella di San Francesco è una delle principali porte di accesso alla Volterra medievale. Venne costruita durante l’edificazione delle più recenti mura cittadine, risalenti al XIII secolo, deliberata dal Comune di Volterra.
In passato la porta aveva una diversa denominazione ed era nota come Porta Santo Stefano o Pisana. Di tutte le porte di Volterra, è l’unica che conserva ancora tracce di affreschi sull’arco interno.

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